Progetto Topo Lino: avventure al museo per piccoli archeologi

19 Giu

Iniziato nel 2004 e patrocinato dai Servizi Educativi della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche; il progetto “Topo Lino” ha il compito, non facile, di avvicinare all’ambiente del Museo gli studenti delle scuole primarie anconetane.

Progetto TopoLINO

Bambini, quindi, visti nell’ottica di “adulti del futuro”, ai quali non si deve fornire semplicemente una proiezione nella realtà degli argomenti studiati o un’integrazione parziale di essi. Infatti si ha avuta l’intenzione di abituarli a una visione a tutto tondo del mondo. Partendo, quindi, dai reperti archeologici, grazie alle varie attività proposte dal progetto si sono andati a toccare vari ambiti: storia, geografia, educazione artistica, scienze e matematica, spingendo gli studenti a non subire la lezione in modo passivo ma a osservare e interrogarsi su quello che gli viene mostrato. Le intenzioni del progetto sono varie e validissime: tra le più riconosciute, anche dagli insegnanti, ci sono quelle di far sviluppare ai ragazzi un pensiero critico, avvicinarli alla cultura, supportare la loro formazione scolastica, anche introducendo argomenti che saranno poi trattati in classe. Questi obbiettivi sono realizzabili grazie all’ampia gamma di attività proposte, che per poter essere pienamente efficaci, però, devono basarsi su un forte connubio tra la scuola ed il museo.

Quali sono le fondamenta di questa collaborazione tra istituzioni?

Innanzitutto a garantire la comprensione delle attività e delle spiegazioni fornite dai collaboratori del Museo Archeologico sono necessari prerequisiti che gli studenti devono avere; è quindi compito delle scuole prepararli al meglio per questa esperienza con lezioni mirate riguardanti gli argomenti che poi verranno affrontati nei percorsi formativi. D’altra parte le attività devono saper essere coinvolgenti e riuscire ad esprimere al meglio e in un linguaggio comprensibile i temi trattati ai giovani alunni. Necessario sarà, infine, sia per le guide che per gli insegnati ricordare ai ragazzi un comportamento corretto e coscienzioso all’interno della struttura contenendo, essa, oggetti di valore inestimabile.

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Come funzionano queste attività?

Gli itinerari si differenziano l’uno dall’altro per gli argomenti trattati. Si parte da una spiegazione riguardo ai reperti in esposizione cercando di coinvolgere il più possibile i ragazzi con racconti di stampo mitologico, domande aperte ed esempi relativi alla vita quotidiana per poi passare alle attività didattiche e di laboratorio. Queste insisteranno su specifici argomenti già affrontati nella parte precedente. Rispondere ai test, maneggiare fedeli riproduzioni degli strumenti visti e altre attività di tipo sostanzialmente ludico come imitare le pitture rupestri con le tempere sviluppano nei bambini un forte amore per la storia. L’attività conclusiva, infine, è “Oggi vi guido io” dove sono gli alunni stessi a mostrare ai loro parenti le stanze del museo ripercorrendo le tappe affrontate durante il progetto “Topo Lino” spiegando ciò che hanno imparato nel corso del tempo.

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Cosa ne pensano gli studenti?

In questo periodo di stage abbiamo avuto la possibilità di assistere a varie visite guidate: tutti i bambini, di diverse età e provenienti da diverse scuole, hanno accolto benevolmente le iniziative proposte dalle guide. Ascoltando infatti le loro aspettative e chiedendo cosa si aspettassero di vedere più di tutti, molti hanno risposto l’orsa, o meglio lo scheletro, che grazie al progetto “Topo Lino” ha assunto un ruolo di “mascotte” tant’è vero che gli studenti la chiamano amichevolmente Bruna.

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A esperienza finita si sono detti sempre tutti molto divertiti e incuriositi ma ciò lo si poteva capire da come si accalcavano, seppur in modo ordinato, presso le vetrine per osservare con eccitazione e stupore i reperti citati dalla guida durante la spiegazione. Tra l’altro uno di noi stagisti ha partecipato in prima persona al progetto “Topo Lino” , quando frequentava le elementari ovviamente, e il fatto che abbia scelto il ramo dei “Beni Culturali” come campo per l’esperienza dello stage è indice di un amore per la cultura, sviluppato sin da bambino grazie anche a progetti come questo che mirano a mettere in contatto i giovanissimi con la storia, in questi giorni, passata spesso ingiustamente in secondo piano.

Marco Cannone, Agnese Cerioni

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