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26 aprile – Marche in zona gialla – riapertura MANaM

10 Mag

#ripARTiamo

I nuovi orari di apertura sono:

  • lunedì chiuso
  • martedì e mercoledì, dalle 8.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 12.45)
  • giovedì, dalle 14.00 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.45)
  • venerdì, dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.45)
  • sabato e domenica, dalle 14.00 alle 19.30 (solo su prenotazione, ultimo ingresso ore 18.45)

𝗡𝗲𝗹 𝘄𝗲𝗲𝗸𝗲𝗻𝗱 𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗳𝗲𝘀𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟰.𝟬𝟬 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟭𝟵.𝟯𝟬, 𝗰𝗼𝗻 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘁𝗿𝗮𝗺𝗶𝘁𝗲 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗼𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝘁𝗮 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗳𝗼𝗻𝗶𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹 𝟬𝟳𝟭 𝟮𝟬𝟮𝟲𝟬𝟮 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗶𝗽𝗼.

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Chiusura temporanea MANaM

28 Feb

Visto il perdurare della fase pandemica il Museo Archeologico Nazionale delle Marche garantirà l‘apertura al pubblico solamente se il territorio comunale è inserito in zona bianca o gialla (art.1, comma 10, lett. r del DPCM del 14/01/2021).

Riapertura musei statali della Direzione Regionale Musei Marche

30 Gen

Un primo piccolo passo verso la riapertura completa: dal 1° febbraio, dal lunedì al venerdì, i musei saranno di nuovo aperti al pubblico. Sul sito https://www.musei.marche.beniculturali.it/ tutti gli orari e le modalità di accesso degli 8 musei statali della Direzione Regionale Musei Marche. Vi aspettiamo dal vivo, ma nel frattempo continuate a seguirci (anche) on-line 😉

Chiusura temporanea Museo Archeologico Nazionale delle Marche

7 Nov

In ottemperanza al DPCM 3 novembre 2020, i Musei della 𝗗𝗶𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗥𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗶 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗵𝗲 resteranno 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝗶 𝗮𝗹 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝟲 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗮𝗹 𝟯 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, a causa della recrudescenza della pandemia da COVID-19.
Dispiaciuti di non potervi accogliere, vi invitiamo a seguirci sui nostri canali social e sul nostro sito.
Continueremo a tenere accese le luci sulle nostre collezioni e a raccontarvele perché #laculturanonsiferma.
Noi ci siamo, #restateconNoi!!!

Archeochimica 2015 – Analisi su reperti bronzei rinvenuti a Novilara

15 Giu

Ospitiamo oggi la seconda e ultima parte del guestpost dei ragazzi della classe 4ACH dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Torrette di Ancona (qui la prima parte) in cui ci descrivono le attività di analisi svolte sui bronzi e quelle di archeologia sperimentale. Buona lettura!

Durante l’attività di analisi dei bronzi rinvenuti negli scavi abbiamo seguito il seguente procedimento:

  • Vengono preparate soluzioni utilizzando i campioni consegnati dai responsabili del laboratorio di restauro della Soprintendenza Archeologica delle Marche;

  • Ogni campione viene pesato su una bilancia analitica, che permette di determinarne con estrema precisione il peso, misurando fino a un minimo di un decimo di milligrammo (0,0001 g);

  • I bronzi sono trattati per attacco acido con acqua regia (soluzione di acido nitrico e acido cloridrico) diluita e poi vengono messi a riposo per 24 ore sotto cappa a temperatura ambiente. Le soluzioni che sono state trattate vengono messe in un contenitore definito “matraccio” o “pallone” da 100 mL e poi portate a volume con acqua distillata, successivamente vengono lette allo spettrofotometro di assorbimento atomico, distinguendo la matrice (il superfluo) dall’analita (ciò che stiamo cercando: ad esempio la percentuale di piombo Pb, rame Cu, stagno Sn, Arsenico As).

ArcheoChimica

Spettrofotometro ad assorbimento atomico: uno degli strumenti più utilizzati dagli studenti per le analisi dei bronzi oltre all’ICP, strumento avanzatissimo presente solo all’Istituto d’Istruzione superiore “Volterra – Elia”.

Sono utili le nostre analisi?

Il 4 Giugno 2015 la classe 4ACH si è recata in visita al laboratorio di Restauro della Soprintendenza Archeologica delle Marche. In quest’occasione abbiamo potuto verificare come è strutturato e soprattutto renderci conto dell’importanza che ha il nostro intervento di analisi qualitative e quantitative per la determinazione della composizione dei reperti, in base alla quale gli archeologi potranno ipotizzare la provenienza dei componenti e il luogo di produzione dei medesimi. Ad esempio si potrebbe comprendere da quale gruppo culturale possa provenire il defunto individuato nelle tomba a incinerazione e altri dettagli estremamente importanti.

Archeologia sperimentale

Il 6 Giugno 2015 nel laboratorio di “Chimica qualitativa e quantitativa” dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Torrette di Ancona si è tenuto come ogni anno il progetto “Archeologia sperimentale”, il cui scopo è quello di riprodurre oggetti con le stesse tecniche di fusione del metallo adottate nell’antichità. Ad esempio si è cercato di realizzare un pugnale identico ad un altro ritrovato in una tomba di Novilara, utilizzando la tecnica bivalve con ossi di seppia o argilla refrattaria, in cui era inserita una lega di rame e stagno fuso in una muffola (al posto del mantice). Se risulta facile fondere la lega, non sempre si può riuscire a realizzare l’oggetto, a causa della possibile formazione di bolle o per imperfezioni dello stampo utilizzato. Nonostante ciò il progetto ha un grosso impatto istruttivo sugli alunni sia dal punto di vista storico che chimico-tecnologico.

Momento dell'attività "Archeologia sperimentale" in cui dal crogiolo viene versato il bronzo fuso nello stampo apposito.

Momento dell’attività “Archeologia sperimentale” in cui dal crogiolo viene versato il bronzo fuso nello stampo apposito.

Rielaborato da Luca Sensoli, classe 3ACH, su testi e foto dell’attività realizzata nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 dalla classe 4ACH dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Torrette di Ancona

Ringraziamenti:

Gli alunni e i docenti dell’Istituto ringraziano i funzionari e il personale della Soprintendenza Archeologica delle Marche che nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 hanno permesso la realizzazione delle attività relative al progetto “ArcheoChimica”, in particolare il Soprintendente dr. Mario Pagano, la dr. Maria Raffaella Ciuccarelli, la dr. Chiara Delpino, la dr. Francesca Farina, la dr Nicoletta Frapiccini, il dr. Fabio Milazzo, dr Fabio Fazzini, Emanuele Mandolini e Fabrizio Ferrini.

ArcheoChimica 2015 – Novilara ieri e oggi

12 Giu

Oggi ospitiamo la prima parte del guestpost dei ragazzi della classe 4ACH dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Torrette di Ancona, che ci raccontano un altro momento del progetto ArcheoChimica,  quello della conferenza “Novilara ieri e oggi”. In questa prima parte troverete un approfondimento sulle ultime indagini archeologiche svolte nella zona di Novilara. Per la seconda appuntamento alla settimana prossima, buona lettura!

 

Il 28 Maggio 2015 si è tenuta presso Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Torrette di Ancona la conferenza “Novilara ieri e oggi”, durante la quale si sono ricordati sia gli scavi effettuati nell’800 sia gli interventi d’emergenza realizzati per l’ampliamento dell’A 14 negli anni 2012 e 2013, entrambi nella necropoli dell’età del ferro individuata presso l’abitato medioevale di Novilara e pertinente a un villaggio situato a 7 km a sud di Pesaro, sul colle di Santa Croce tra la testata della valletta del fosso dei Condotti e del Fosso Seiore.

A presentare la coordinatrice di indirizzo Chimico, prof.ssa Lucia Pellei. In prima fila da sinistra: Stefania Sebastiani, coordinatrice del Progetto ArcheoChimica, alcuni alunni della classe 4ACH e poi il dr. Fabio Milazzo restauratore e la dr. Chiara Delpino, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologica delle Marche. Dietro le classi 4, 3 e 2 dell’indirizzo chimico.

A presentare la coordinatrice di indirizzo Chimico, prof.ssa Lucia Pellei. In prima fila da sinistra: Stefania Sebastiani, coordinatrice del Progetto ArcheoChimica, alcuni alunni della classe 4ACH e poi il dr. Fabio Milazzo restauratore e la dr. Chiara Delpino, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologica delle Marche. Dietro le classi 4, 3 e 2 dell’indirizzo chimico.

La necropoli di Novilara risulta pertinente a una comunità tribale, costituita da poche centinaia di persone per ogni generazione, articolate in raggruppamenti gentilizi che nel VI sec. a.C. hanno subito una sorta di osmosi con le culture sviluppatesi in Romagna, come attestato dalla diffusione di bronzi votivi, della scrittura e di tecniche innovative. Nell’800 sono state individuate fuori contesto 4 stele funerarie, rappresentati scene di caccia, di combattimento, battaglie navali o iscrizioni riferibili alla scrittura Nord Picena, forse di derivazione etrusca, conservate alcune nel Museo Nazionale Preistorico Etnografico L. Pigorini di Roma e altre nel Museo Olivierano di Pesaro.

Archeochimica

Abbiamo potuto vedere le piante redatte alla fine dell’800, relative alle necropoli scoperte nel Fondo Molaroni e nel Fondo Servici. Si tratta di circa 300 tombe a inumazione a fossa rettangolare, prive di tumulo, alcune con cippo o stele databili tra l’inizio dell’VIII e i primi decenni del VI sec. a.C. Gli scheletri presentavano un orientamento variabile, erano in posizione fetale, posti su di un fianco, assieme al corredo: armi e fibule per gli uomini, vasi, fuseruole ed ornamenti per le donne. Si credeva che il fondo fosse ricoperto da uno strato di calce, invece si trattava di tracce di materiali organici, degradatisi nel corso dei secoli, come ci ha raccontato la dr. Chiara Delpino, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologica delle Marche, responsabile degli scavi archeologici condotti negli anni 2012 e 2013 in occasione dell’ampliamento della sede autostradale (A 14). L’intervento si definisce d’emergenza perché svolto in breve tempo e in ogni situazione atmosferica, soltanto nella “area Molaroni” già parzialmente indagata da E. Brizio nel 1892, nella parte della necropoli che doveva essere smantellata per effettuare i lavori autostradali.

La dr. Chiara Delpino presenta agli alunni dell'indirizzo chimico dell'Istituto d'Istruzione Superiore

La dr. Chiara Delpino presenta agli alunni dell’indirizzo chimico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Ancona i risultati delle proprie indagini di scavo.

Si sono potute individuare le stesse fosse scavate nell’800, utilizzando i disegni pubblicati nel Monumenti Antichi dei Lincei, ma anche guardando il terreno, si notavano macchie di differente colore, corrispondenti alle tombe. Si è potuto riconoscere anche il paleosuolo corrispondente all’antico alveo dei fossi succitati. Si sono trovati anche oggetti di corredo e lo scheletro di un cane che sono stati asportati insieme alla terra di riempimento e trasferiti nel laboratorio di restauro della Soprintendenza, dove sono stati analizzati ai raggi X per ricostruirne la disposizione. È importante poter analizzare e studiare gli oggetti di corredo perché hanno permesso di ipotizzare, il livello sociale e l’entità del villaggio di pertinenza, mai individuato, ma ipotizzato nella stessa collocazione dell’abitato moderno di Novilara, su un’altura a controllo della vallata e dell’approdo. Sono intervenuti anche gli antropologi che, analizzando i materiali provenienti dalle 157 inumazioni rinvenute durante gli scavi del 2012-2013, hanno potuto stabilire il rapporto tra sepolture femminili e sepolture maschili, inoltre si è stabilita la presenza di un consistente numero di deposizioni infantili, evidenziando anche le eventuale patologie genetiche e le cause del decesso.

Rielaborato da Luca Sensoli, classe 3ACH, su testi e foto dell’attività realizzata nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 dalla classe 4ACH dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Volterra – Elia” di Torrette di Ancona

Arriva la giornata nazionale dell’archeologia: ecco i nostri programmi

5 Dic

Domenica 7 dicembre 2014, nella giornata nazionale dell’archeologia, del patrimonio artistico e del restauro promossa dal MIBACT, la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, in concomitanza con la prima domenica del mese, ad ingresso gratuito nei musei statali, offre un’imperdibile occasione per scoprire i tesori archeologici del centro.

Immergetevi nell’affascinante passato della nostra città con questi due itinerari:
1) il complesso dell’Anfiteatro con le annesse terme, dalle bellissime pavimentazioni mosaicate, visibile grazie ad interventi di restauro presentati nel luglio 2014 e all’accesso a nuovi percorsi tramite il sistema di nuove passerelle;

Mosaico Anfiteatro Romano
2) passeggiata archeologica, una sorta di trekking urbano attraverso il centro storico, visitando domus e tabernae di via Carducci, domus in via Matas e foro romano, ponendo l’attenzione comunque sull’intero contesto della città antica di Ancona dal Colle Guasco al Cardeto.

Foro

Al termine del percorso, data la vicinanza, sarà possibile visitare il Museo Archeologico Nazionale delle Marche e, per l’occasione, il tempio greco di Venere, sotto il Duomo di San Ciriaco.
Il museo rimarrà aperto per tutta la giornata e si potrà usufruire di visite guidate gratuite.
Un appuntamento unico nel suo genere per cogliere luoghi di Ancona invisibili agli sguardi distratti dalla frenesia di ogni giorno o solitamente non aperti al pubblico.

Dettagli e orari:
Anfiteatro romano: aperto tutto il giorno dalle 9.30 alle 16.30.
Orari inizio visite guidate: 9.30 – 11.30 – 15.00
(ritrovo presso Arco Bonarelli)

Aree archeologica: aperta tutto il giorno dalle 9.30 alle 16.30
Orari inizio visite guidatee: 10.00 – 15.00
(Ritrovo in via Carducci, nei pressi della Corte d’appello)

Info:
Museo Archeologico Nazionale delle Marche
Via Ferretti, 6
071 202602

L’oinochoe di Pitino di San Severino al Metropolitan Museum

18 Set

Il 22 settembre, nella prestigiosa sede del Metropolitan Museum di New York , avrà inizio la mostra archeologica “From Assyria to Iberia. Crossing country at the dawn of classical age” (Dall’Assiria all’Iberia. Attraversando i continenti agli albori dell’età classica) ed uno dei pezzi più preziosi del Museo Archeologico Nazionale delle Marche sarà grande ospite di questo evento.

uovo di struzzo partSi tratta di una straordinaria oinochoe (brocca usata per versare il vino) con corpo costituito da un uovo di struzzo finemente lavorato. Questo oggetto risale ad un periodo compreso tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. e quindi durante il periodo che nell’arte antica viene definito orientalizzante. Non a caso sulla superficie dell’uovo sono incise scene con animali esotici inframmezzate da palmette intrecciate ad archetti e fiori di loto alla base, tipici di questo periodo e retaggio del mondo orientale. Alla sommità abbiamo la bocca trilobata in forma di busto e testa femminile con le mani che stringono le trecce. Rende suggestivo questo viso il fatto che in uno dei due occhi rimanga ancora la doratura. La bocca e l’ansa in avorio infatti, come comprendiamo ancora da alcune parti, erano almeno in parte dorati. Questo ed altri oggetti emersi dalle tombe di Pitino di San Severino testimoniano quale grado di opulenza avessero raggiunto le alte fasce della civiltà picena. Forse questo oggetto venne fabbricato in Etruria tenendo conto dei modelli orientali ed in questo caso fenicio-ciprioti. L’oinochoe si inserisce nel contesto della mostra come esempio del rapporto commerciale e culturale tra il Medio Oriente e il resto del Mediterraneo. La rete di scambi infatti era vastissima e spaziava dagli imperi Assiro ed Egiziano fino alla penisola Iberica.

Uovo di struzzo

Quello che molti non sanno è come e con quali modalità e metodologie oggetti inestimabili e delicatissimi come questo possano percorrere oggi migliaia di chilometri attraversando oceani e valicando montagne in tutta sicurezza. Le cautele che vengono prese sono ovviamente molteplici. Per quanto riguarda l’uovo di Pitino di San Severino, dopo la richiesta del Metropolitan Museum ed i lasciapassare di Soprintendenza e Ministero, la settimana scorsa è stato adagiato in un nido di gomma piuma e chiuso dentro la duplice protezione di due cassette di sicurezza imbottite. A bordo di un camion senza segni di riconoscimento, per sventare ovviamente tentativi di furto, ha lasciato la sua sede anconetana alla volta dello speciale caveau dell’aeroporto di Fiumicino dove vengono stipate per operazioni di questo tipo, in attesa di essere inviate nei più disparati luoghi del pianeta. Il viaggio fino a New York è stato seguito interamente dal restauratore specializzato del museo archeologico, dott. Fabio Milazzo, insieme ad una equipe di speciali addetti ai trasporti. Pezzi come questo ovviamente devono essere assicurati e per essere assicurati devono subire una valutazione in termini economici, pur non esistendo parametri per valutare quelli che vengono considerati da tutti cimeli inestimabili.

L’oinochoe di Pitino tornerà ad Ancona a gennaio del 2015 e nel frattempo potrà essere mostrato in una sede di risonanza mondiale, motivo d’orgoglio per il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, in quanto testimone di quel fervente periodo di scambi che intrecciò le diverse culture del Mediterraneo a partire da VIII e VII secolo a.C. con l’oriente.

Matias Graziola, Università degli Studi di Urbino

Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche alla #Museumweek

8 Apr

Racconti, quiz, ricordi, giochi e molto altro. Tutto questo è stata la prima edizione di #Museumweek che si è svolta la settimana dal 24 al 30 marzo, su Twitter. 7 giorni durante i quali musei e followers hanno interagito all’insegna dell’approfondimento, della curiosità e del divertimento. Un nuovo appuntamento online, promosso direttamente da Twitter, che coinvolto più di 600 musei in Europa dando la possibilità al pubblico di scoprire nuovi musei e di riscoprire sotto un’altra luce quelli universalmente noti.

Anche il Museo Archeologico Nazionale delle Marche ha partecipato in questo tour de force a suon di tweet. Ripercorriamo brevemente insieme questi intensissimi 7 giorni.

Lunedì 24 si è partiti con #DayInTheLife, ovvero il racconto in diretta della giornata del museo. Il caso ha voluto che lunedì il nostro museo sia chiuso ma questa è diventata l’occasione giusta per rivelare che cosa succede “dietro le quinte”: l’arrivo del personale, le pulizie, il nostro “social media team” al lavoro e molto altro.

Martedì 25 è stato il giorno di #MuseumMastermind; i musei hanno proposto dei quiz al pubblico, che ha così avuto modo di interagire direttamente, scoprendo particolarità e connessioni tra oggetti e musei. Con i nostri quiz abbiamo percorso un viaggio nel tempo, dalla preistoria ad Ancona romana, all’interno della collezione del museo.

Mercoledì 26 si è proseguito con #MuseumMemories; i visitatori sono stati invitati a condividere i propri ricordi…

…e noi al museo abbiamo fatto lo stesso, a partire dalla storia e dagli eventi dell’ultimo anno fino alle parole degli assistenti.

Giovedì 27 è stata la volta di #BehindTheArt. Non abbiamo avuto difficoltà a rintracciare aneddoti, storie e segreti della nostra sede museale, Palazzo Ferretti. Notizie sulla storia del palazzo e foto storiche per far conoscere meglio questo edificio del centro storico di Ancona.

Venerdì 28 e Sabato 29 si è proseguito con #AskTheCurator e #MuseumSelfies, due tematiche nuove su cui l’interazione è rimasta bassa e su cui cercheremo di lavorare prossimamente.

Al contrario grande partecipazione c’è stata Domenica 30, l’ultimo giorno dell’iniziativa con #GetCreative. In questo caso si chiedeva al pubblico di partecipare mettendo in gioco inventiva e voglia di raccontare in 140 caratteri, a partire da spunti che i musei dovevano proporre. Per il nostro museo è stata una grande chiusura della MuseumWeek.

La settimana è stata molto stimolante da tutti i punti di vista: dall’organizzazione delle giornate al proporre quiz e spunti originali, dal controllare minuto per minuto le interazioni al rispondere alle domande più inaspettate fino a vedere, al termine della settimana, più di 200 nuovi followers sul nostro elenco e soprattutto molte domande/risposte con utenti appassionati.

Non resta che far notare come questo tipo di comunicazione e interazione online sia riuscito a trasformare in un successo l’iniziativa e speriamo anche a stimolare il pubblico a venire a visitare i tantissimi musei italiani che hanno partecipato.

Francesco Ripanti, SISBA

 

Al Museo per le Giornate del FAI

19 Mar

Tornano le giornate del FAI e anche il nostro museo parteciperà all’evento con un’inedita esposizione. Grazie alla collaborazione tra la Delegazione FAI di Ancona e la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, tre teste di età giulio-claudia saranno eccezionalmente visibili al pubblico.

logo occhio fai gfp

Per il 2014 il tema delle giornate del FAI, suggerito dal Presidente Nazionane Dott. Andrea Carandini, è la celebrazione dei 2000 anni della morte di Augusto.

La nostra testa dell’imperatore “capite velato“, dopo aver dato sfoggio di sé alle Scuderie del Quirinale a Roma, al momento si trova a Parigi alla mostra “Moi, Auguste, Empereur de Rome“. Questa quindi è l’occasione giusta per dare il giusto risalto alle teste di Livia, Agrippina Minor e di un ritratto maschile, altrimenti non esposte al pubblico.

Gli Apprendisti Ciceroni che condurranno i visitatori alla scoperta delle inedite sculture saranno gli studenti del Liceo Scientifico Luigi di Savoia preparati dalla Prof. Maria Grazia Bartolucci; gli studenti del Liceo Scientifico Galilei preparati dalla Prof. Simona Ascoli e gli studenti dell’Istituto Vanvitelli Stracca preparati dalla Prof. Nadia Falaschini.

L’appuntamento è per Sabato 22 e Domenica 23, ore 10.00 – 12.30 / 15.00 – 18.00. Per quest’occasione l’ingresso è gratuito sia per la visita guidata degli studenti sia per vedere l’intero museo. Per chi fosse interessato ricordiamo che domenica alle 16.30 è previsto l’appuntamento settimanale con “Alla scoperta di Ancona romana“.

Vi aspettiamo numerosi!